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Di: gruppodinterventogiuridicoweb

In risposta a <a href="https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2013/01/03/la-terra-sarda-buona-per-i-liquami-bovini/#comment-14023">gruppodinterventogiuridicoweb</a>. da La Nuova Sardegna, 7 giugno 2013 Centrale a biomasse nel Sologo, gli ideatori difendono il progetto. Ambrogio e Marcello Calia insieme a Michele Ena sostengono il piano: ha tutte le autorizzazioni «Il cippato non inquina, in Germania ci sono oltre 8mila impianti come questo per produrre energia». (Bernardo Asproni) LULA. Il confronto dialettico sulla realizzazione nel Sologo, in agro di Lula, di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile biomasse legnose è quanto mai vivo. Dopo gli amministratori dei paesi che ruotano attorno alla zona e il comitato “Pro Difesa Sologo” adesso, sull’altro fronte, sono i proprietari del terreno e conduttori dell’azienda, nonché ideatori dell’iniziativa, che vede come partner finanziario Sardegna Natura dell’amministratore delegato Vito Marrosu e l’ingegnere-progettista Antonio Fraghì, a ribadire a 360 gradi in difesa dell’intervento. Ambrogio e Marcello Calia e Michele Ena, con pacatezza e determinazione, sostengono la loro “creatura”, ribadendo quanto definito, dopo anni di studio con la Cefla e trovato un investitore. E sull’autorizzazione del Suap, è tutto in regola – dicono – sussistono i presupposti di fatto e di diritto per il decollo del mini impianto della potenzialità di 999 kw elettrici. Autorizzazione confortata dai pareri di circa 15 enti coinvolti nel procedimento, fra cui l’Arpas per inquinamento elettro-magnetico-servizi controlli attività di campo e valutazione ambientale. Potrà essere utilizzato solo materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate; da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate; da interventi silvicolturali, da manutenzione forestale, da potatura; dalla lavorazione esclusivamente meccanica e costituito da cartacee, segatura, truccioli, chips, refili e tondello di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondelli non contaminati da inquinante; materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli. «Nessun rischio di impatto ambientale – dichiarano – Il cippato non inquina. In Germania ci sono oltre 8000 impianti, nelle valli del Chianti in Toscana autorizzati 70 e utilizzano i residui di potatura. Producono energia e calore». Dal punto di vista tecnico la macchina, dai filtri incrociati che trattengono le cosiddette polveri sottili, è tarata su 3000 calorie, oltre le quali si blocca. Si è detto che, a parità di legname, l’emanazione di un caminetto è 10 volte quella di un impianto. «Quindi niente rifiuti di altro genere, come taluni paventano. Non è il caso di bruciare altri rifiuti, abbiamo 600 ettari, boschi e vigneti, produzione di pini e ripiantumazione. La macchina – aggiungono – brucia oltre 12mila tonnellate all’anno per 7500 ore, le ore rimanenti sono per la manutenzione. Ore che soddisfano circa 15 ettari all’anno. Già piantumati, nostri e di altri proprietari, circa 250 boschi, da tagliare. Si può andare avanti circa 20 anni, la vita dell’impianto. La nostra è anche una lotta agli incendi, miglioriamo la qualità dell’aria, creiamo lavoro per noi e gli altri e niente soldi pubblici».

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